venerdì 13 maggio 2011

La tana delle tigri non perdona. Riflessione semi satirica sulla politica italiana.




Piccola domanda preliminare; chi di voi riesce a scovare tra i ricordi (d'infanzia e non) “l'uomo tigre”? Per coloro che non l'avessero catalogato nei loro archivi mnemonici, il suddetto cartone è dei giapponesi Ikki kajiwara (sceneggiatore) e Naoki Tsuji (character designer), Passiamo ora a un brevissimo riassunto; come protagonista troviamo Naoto Date, giovane orfano, che spinto dalla povertà e da un grande voglia di rivalsa, decide di intraprendere la strada del lottatore professionista, fin qui tutto bene, peccato solo che per realizzare questo suo sogno decida di aderire alla famigerata “tana delle tigri” misteriosa quanto crudele organizzazione criminale che recluta e addestra giovani orfani da tutto il mondo con metodi crudeli e decisamente draconiani, (a un certo punto gli aspiranti lottatori devono vedersela persino con un leone!!!).
Ora, il nostro Naoto è un vero duro e riesce a superare brillantemente la fase dell'addestramento, diventando così l'uomo tigre e con tanto di mantello e maschera (da tigre ovviamente) il nostro eroe si batte sul ring con i metodi crudeli imparati a cotanta scuola per racimolare i soldi con cui aiutare l'orfanotrofio in cui era cresciuto, ovviamente in difficoltà finanziare, metodi crudeli per un nobile fine.
E qui cominciano a nascere i problemi, si, perché la politica della misteriosa tana è chiara, per ogni incontro disputato la tana delle tigri deve ricevere la metà del compenso del lottatore, ma il nostro Naoto che nobile d'animo vuole consegare tutti i soldi al poveri orfanelli si ribella rifiutandosi di consegnare i soldi ai suoi oramai ex capi, l'uomo tigre lascia quindi i metodi di lotta scorretti e disonesti (e decisamente sanguinolenti) per diventare un wrestler onesto.
Ovviamente la suddetta organizzazione non la prende benissimo e gli manda il suo principale emissario; Mr x, un tizio parecchio inquietante dalla pelle viola (Perché viola poi? Me lo sempre chiesto.) che sembra uscito dritto dritto dal milleottocento visto e considerato che sfoggia con nonchalance: Mantello, cilindro, bastone da passeggio e perfino un monocolo.
Mr x   dopo avergli fatto un bel discorsetto con minacce annesse a Naoto, gli dice questa frase assolutamente esaustiva: “La tana delle tigri non perdona” e già! Non si esce impunemente dalla tana, per i temerari che l'osassero è previsto l'invio di una particolarissima categoria di lottatori, gli “emissari di morte”, compito di costoro è ovviamente di punire pubblicamente sul ring i ribelli rendendoli inadatti a combattere (gambe spezzate, braccia fracassate, teste rotte, ecc. ecc.) successivamente alla pubblica umiliazione i ribelli verranno fatti sparire di solito “suicidandoli”, la lezione deve essere chiara anche alle menti più ottuse, non si esce dall'organizzazione: “tana delle tigri non perdona, ricordatelo!”
Ora, la trama del cartone diventa abbastanza prevedibile, il nobile Naoto prima tentenna spaventato delle minacce ma poi decide finalmente di ribellarsi, seguono svariati incontri (alcuni al limite dello splatter) tra l'eroe e i lottatori della tana, che il nostro redento wrestler batte uno ad uno fino ad arrivare ai vertici dell'organizzazione che sconfigge nelle ultime puntate piene di pathos.
Fine, passiamo all'attualità, tutto questo non vi ricorda niente? Facendo ovviamente e doverosamente le debite proporzioni e sostituendo la punizione fisica con quella mediatica non vi dice ricorda qualcosa di inerente alla nostra attuale situazione politica?
Attenzione, leggendo questo articolo si potrebbe dedurre che io vada riferendomi alla stampa di destra, errore, non che questi attacchi non sussistano, ma in effetti un quotidiano di qualsiasi tipo e indirizzo sia ha tutto il diritto di attaccare chi meglio creda, certo ci sarebbe il problemino del conflitto di interessi (qualcuno se ne ricorda ancora?) ma questo è un'altra storia, torniamo sul pezzo, dunque, se non mi riferisco a suddetti giornali a chi mi riferisco?
Semplice, ai partiti della maggioranza ovviamente, chi di voi ha voglia di fare un inventario di tutti gli insulti che si è beccato Gianfranco Fini dalla sua uscita dal Pdl in poi? E di esempi ce ne sarebbero parecchi altri ma detesto dilungarmi eccessivamente su faccende di per se abbastanza note. Certo ora qui potrebbe scattare il ragionamento: Ma se i giornali di destra sono legittimati ad attaccare chi gli pare, perché non dovrebbero esserlo anche i singoli parlamentari? Certo e in effetti lo sono, ma occhio, qui non si sta parlando di diritti e nemmeno di doveri, si sta parlando di un fenomeno, culturale? Politico? Mediatico? Non saprei quale aggettivo scegliere, fate voi, ma una cosa è sicura, che di un fenomeno si tratti. Come è pure è fenomenale la velocità di caduta (di stile) a cui si va assistendo nell'ultimo periodo, non che lo stile sia mai stato una dote particolarmente apprezzata nel dibattito politico italiano, ma ora dopo aver toccato il fondo si è principiato con suprema foga a scavare.

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