martedì 31 maggio 2011

comics page.

Ecco un'altra tavolozza, sempre della stessa storia della precendente, non sono nell'ordine giusto, ma essendo le tabvole sparse nei meandri del mio covo, le posto man mano che le trovo.

lunedì 30 maggio 2011

Pisapia vince a Milano, tafferugli in città. (satira.)

Vittoria a Milano per il candidato del centro sinistra Giuliano Pisapia e in città è subito caos assuluto.
Con percentuali quasi bulgare la temuta ondata di senza cervello ha spazzato via ogni residua speranza di vittoria per il centro destra.
D'un subito, saputa la notizia della vittoria del proprio candidato, le strade della città meneghina sono state invase da orde di zingari mussulmani che inneggiando a Stalin si sono dirette in direzione dei centri sociali per riunirsi con il nutrito gruppo di tossici comunisti li riunitasi.
Ancora ignota la direzione finale di questi facinorosi, si teme che riunitisi i due gruppi possano dirigersi verso il duomo meneghino, dove una vera e propria folla di gay sta in questo momento cercando di forzare le porte dell'edificio, tra canti e balli discinti.
La situazione nella città pare insostenibile, Milano o meglio Milanograd, come ribattezzata dalla folla ululante, sembra essere in questi frenetici momenti in preda al caos più assoluto.
La situazione, già grave è acutizzata dalla totale mancanza di forze dell'ordine, che secondo notizie al momento non confermate pare si siano riunite in prossimità del palazzo di giustizia dove secondo testimoni attendibili un gruppo di temute toghe rosse, finalmente libere di manifestarsi, pare abbiano eretto un monumento al soviet supremo.

Si segnala inoltre un repentino aumento della percentuale di furti d'auto nelle immediate vicinanze dei comitati elettorali pro-Pisapia.
UN SOSTENITORE DI PISAPIA.

Comics page.

Ecco una tavola di qualche tempo fa, l'ho riscoperta insieme ad altre nei meandri del mio archivio, intenta a coprirsi di polvere e mi sono detto perché non  postarla?

Gun men

sabato 28 maggio 2011

Consigli non richiesti: WITHOUT A CLUE (Senza Indizi)

Amate il personaggio di  Sherlock Holmes? Adorate la logica e la serietà di questo famoso perrsonaggio?
Allora non guardate per nessun motivo Without a clue, se invece adorate le parodie intelligenti e ben riuscite allora questo è il film che fa per voi.
Con la regia di  Thom Eberhart e con Ben Kingsley  nel ruolo del  dottor Watsone Micheal Caine in  quello di Sherlock Holmes, il film narra le vicende della più famosa coppia di investigatori della storia, partendo da un presupposto del tutto particolare; In questo film infatti, la mente geniale è quella del dottor Watsone, grande investigatore che timido e impacciato in pubblico, ha assunto  Reginald Kincaid attore fallito, scalcinato e decisamente casinista con il compito di rappresentare in pubblico la figura di sua invenzione, quel Sherlock Holmes appunto che tutti amano e che suo malgrado si ritrova a dover sopportare, prigioniero del mito da lui stesso creato.
Commedia/parodia molto ben riuscita, Withaout a clue, che in Italia è uscito con il titolo di "senza indizi" mette in scena un'ironia intelligente e personaggi molto ben riusciti, caraterizzati alla perfezione dalla coppia Kingsley, Caine, ottima prova anche per i personaggi secondari, fantastici Jeffrey Duncan Jones nel ruolo dell'ispettore Lestrade e Paul Freeman nella parte (azzeccatissima) di Moriarty.
Da vedere.



venerdì 27 maggio 2011

Consigli non richiesti: Madadh, Non si esce vivi dagli anni ottanta.

Ed eccodi all'ultimo capitolo della saga epic/fantapunk di Destefanis e compagnia, ultimo in ordine di uscita ma non ultimo della serie, Non si esce vivi dagli anni ottanta presenta già nel titolo la sua storia.
catapultati negli anni ottanta vedremo in quest'albo le avventure di Merlino, alle prese con un personaggio che definire leggerdario sarebbe decisamente riduttivo.
Inoltre in questo terzo volume,  il lettore si troverà a fare i conti con rivelazioni che lo spiazzerranno completamente, costringendolo a ridefinire le sue  convinzioni.




Testi del signore oscuro: Tommaso Destefanis.
Ai disegni i pantagruelici: Francesca Ciregia, Marco Dominici e Manuel Bracchi fanno da anfitrioni agli incredibili:  Alessio Vecchi, Simona Di Gianfelice e Isaak Friedl. Chicca bonus finale con i magnifici: Susanna Raule e Riccardo Pieruccini.

Copertina del maestro oscuro: Michele Bertilorenzi.











Satira: Elezioni a Milano e San Pisapia.


Pisapia santo subito!

Salve, avete fatto caso che negli ultimi giorni il livello della discussione politica si è abbassato a livelli mai raggiunti prima? Oddio, non che prima i suddetti livelli fossero particolarmente alti, ma da quando siamo entrati in clima elettorale è subentrato il delirio.
Solitamente da una parte, abbiamo il Berlusca e i suoi che sparano mitragliate stile vietcong contro qualsiasi cosa si muova: giudici, magistrati, comunisti, giudici-comunisti, magistrati-comunisti, comunisti-comunisti, ecc, ed a volte si accaniscono persino contro bersagli immobili (leggasi pd). Dall'altra abbiamo il fine intercalr padano, che, bè.... in pratica è una via di mezzo tra una rissa in un saloon del vecchio west e i dialoghi delle iene di Tarantino.
Ma se questa è la normalità, dal fischio d'inizio elettorale è iniziato l'armaggedon dell'insulto.
Le truppe delle destra, visto il rischio di perdere la roccaforte milanese, si sono schierate in formazione da battaglia stile giubbe rosse  e con l'accompagnamento di pifferi (padani naturalmente) hanno iniziato un fuoco di fila contro il povero Pisapia, che pacioso incassa l'incassabile, perdona l'imperdonabile e porge l'altra guancia con Gandhiana tranquillità.
Brigatista, ladro di macchine, anticristo (sic!) al nostro eroe manca giusto un bel tossico-comunista per entrare nel guinness dei primati per l'uomo più insultato del mondo.
Per non parlare poi delle prospettive leggermente negative (e assolutamente verosimili) ventilate in caso di suo successo dalla squadriglia pdl/lega, inutile stare a farne l'elenco dettagliato, sono tutte identiche l'una a l'altra, basta variare il finale.
Esempio, “Se Pisapia vince Milano diventerà: Una nuova Stalingrado, un ricettacolo di zingari/tossici/gay/comunisti(e dai...) /Zingarigaycomunistitossici, in pratica una specie di Sodoma e Gomorra Leninista.
Eh si! Me lo immagino proprio Pisapia che dal suo trono di teschi umani posto in mezzo alla navata del duomo (ormai sconsacrato) con in sottofondo una canzone di Marilyn Manson, comanda alla sua legione di tossici/comunisti/marziani/zingari di conquistare il mondo! E via su! Ma l'avete visto in faccia Pisapia? Non siete credibili.
E nonostante ciò, Pisapia, serafico continua a porgere l'ennesima altra guancia, ma come fa dico io a non incazzarsi neanche un pochetto? E' incomprensibile. Più che Pisapia dovrebbe chiamarsi Pio-pisa ed essere annoverato tra i sant'uomini per l'infinita pazienza dimostrata sul campo.

giovedì 26 maggio 2011

Consigli non richiesti: Bren gatto nero.

Eccoci qui a commentare l'ennesimo sucesso editoriale dell'infaticabile Destefanis.
Questa volta lasciamo riposare un pò il mastino e parliamo invece di Bren gatto nero, cacciatore di streghe spietato e imprevedibile che ci trasporterà in un universo fantasy ispirato all quattrocento italiano.
Destefanis ci spiazza ancora una volta con un cambio di ambientazione e di genere narrativo, abituati alle avventure del mondo Punkfantasy di Madah ci ritroviamo nell'universo cupo, tragico e truculento della Terra di nessuno, il mondo dark/fantasy partorito dall'inquisitoria mente dello scrittore massese.


In questo albo assistiamo all'esordio di alcuni nuovi prossimi maestri del fumetto che insieme ai coleghi già affermati danno vita al rutilante immaginario grafico di Bren.


Testi dell'iperbolico Tommaso Destefanis, disegni degli stratosferici:  Michel Mammi, Antonino Zingone, Davide Castelluccio, Simona Di Gianfelice e Francesca Ciregia.
Copertina dell'Iperbolico Michele Bertilorenzi.











mercoledì 25 maggio 2011

Consigli non richiesti: Madadh, Tutto in famiglia.

A scanso di equivoci vi avviso subito: In questa recensione sono decisamente in conflitto di interessi, visto e considerato infatti che alla realizzazzione di questo volume ho partecipato anch'io medesimo in veste di sceneggiatore della prima storia dell'albo.
Terminata la premessa informativa passiamo al succo della questione.

Che dire di questo speciale di Madadh? Che è speciale appunto, il voume si presenta come una raccolta di storie brevi  e cronologicamente si inserisce tra il secondo volmume e il terzo della saga epic/punkfantasy del nostro mastino preferito.
In questo albo, Destefanis e la sua folle brigata di geniacci approfondiscono e sviscerano i vari personaggi della saga, in aggiunta vengono presentati alcuni nuovi giocatori di questa folle e intrigante partita.

Che dire ancora? Bè ve la pongo come domanda:

Signori e signore, gentili dame e prodi cavalieri dove potete trovare racchiusi in un unico fantastico albo Berserker vichinghi, eroi leggendari scandinavi, un supernazikamasutrasadomasochista e un gatto a nove code vivente, miagolante e decisamente incazzato?

Risposta:

Su Madadh tutto in famiglia ovviamente!!!!

Ai testi Gli insormontabili: Tommaso Destefanis ,  Francesco Sturlese, Mik Bertilorenzi e Alberto Massaggia. 
Matite e chine degli stupefacenti:  Alessandro Micelli, Simone Paoloni, Francesca Ciregia, Gianluca Maconi, Michele Peroncini, Manuel Bracchi e Matteo Scalera.

Copertina dell'imprescindibile: Michele Bertilorenzi.



martedì 24 maggio 2011

Addio a Carlos Trillo.

Ho saputo solo oggi della scomparsa del grande sceneggiatore argentino Carlos Trillo, spentosi l'otto di questo mese.
La notizia mi ha preso con lo stesso effetto di una mazzata alla bocca dello stomaco.
Ho sempre seguito e amato i fumetti del grande autore argentino, Cibersix, chichagnos, borderline, Chiara di notte e tanti tanti altri  capolavori sfornati tutti in collaborazione con altrettanti maestri del fummetto, Eduardo Risso, Jordi Bernet, i due Breccia, padre e figlio, Carlos Meglia che ci ha lasciato anche lui, qualche anno addiettro.

Era un grande Carlos Trillo. Ironico, ecclettico, mai banale, passava da un fumetto e da un genere all'altro con la grazia e la divertita consapevolezza nei propri mezzi che solo i grandi professionisti come lui si possono permettere.
Mi mancherà, mi mancheranno le sue sceneggiature e suoi personaggi ironici e disincantati.

Adios Carlos.



Consigli non richiesti: Madadh Storie pese dal pubbino porcelloso.

Ed eccoci al secondo volume di Madadh, il nuovo capitolo dell'epopea fantapunk di Destefanis e soci.
Le cose si complicano per Buia, Merlino e compagnia, la trama si infittisce ed entrano in gioco nuovi personaggi, in un crescendo che lascia a bocca aperta per originalita e spessore di trama e ambientazione.
Il raptus narrativo tratteggiato dalla rutilante tastiera dello sceneggiatore è destinato a lasciare a bocca aperta anche i lettori più scafati.
Ai disegni  in questo capitolo delle avventure del nostro mastino in gonella e torc celtico troviamo gli spumeggianti: Alberto Massaggia, Andrea Gadaldi, Francesca Ciregia, Alessandro Micelli.

In più, le imperdibili mini di Susanna Raule (disegni di Francesca Ciregia), Alessio Danesi (disegni di Francesco Trifogli) e Matteo Scalera su storia di Destefanis

Copertina dell'ineffabile Michele Bertilorenzi.





 

domenica 22 maggio 2011

Consigli non richiesti: Madadh.

Signori e signore, pargoli e vecchietti,  avvicinatevi per  sentire la storia di Madadh.

Dalla brumosa terra d'Irlanda nasce la leggenda del mastino (Madadh).
Scaturito dalla mente folle e geniale del pluripremiato Scrittore e sceneggiatore Tommaso Destefanis e ideato graficamente dal funambolico Michele Bertilorenzi, Madadh si fà subito notare per l'originalità sia della trama sia dell'ambientazione, quest'ultima essendo un miscuglio molto ben riuscito tra il punk e il genere fantasy, dando di fatto vita ad un nuovo sottogenere narrativo, il FANTAPUNK.
Madadh narre le vicende di Buia, una giovane ragazza trovatasi suo malgrado invischiata in una antica guerra tra i mitologici dei d'irlanda , la protagonista viene quindi strappata dalla sua quotidianità per percorrere il destino che la sorte gli ha destinato.

Straordinario e atipico anche nella struttura, questo comic book si presenta con una sciarada di disegnatori uno più eccezionale dell'altro,  difatti oltre al già citato Michele Bertilorenzi, alle chine di questo primo volume troviamo:
Francesco Trifogli, Alberto Massaggia e Matteo Scalera.
 







                                          Madadh volume I

                                      Testi: tommaso Destefanis.
                                    disegni: Michele Bertilorenzi,
                               Francesco Trifogli, Albero Massaggia
                                            e Matteo Scalera



sabato 21 maggio 2011

Consigli non richiesti: Sledge Hammer



Signori e signore ecco a voi il mitico, il grande, l'incommenurabile: Sledge hammer, interpretato dall'attore David Rasche, questo telefilm nato sul finire degli anni ottanta e andato in onda per due stagioni, è la presa per il culo sovrana di tutte quelle serie tv e film dove l'eroe è il duro inossidabile (e indistruttibile) che pistolona alla mano ammazza cattivi a tutto spiano in spregio a leggi ed a volta alla logica.
Ottuso, iper violento, misogino alla massiima potenza, intollerante, Hammer è il campione assoluto del non-politically correct,  facile rivedere in Sledge la parodia dell'ispettore Callaghan, visto che entrambi sfoggiano la stessa pistola, ma il si rifà anche a telefim come Hanter, andato in onda in quegli stessi anni ed altri ancora.
Eggià la pistola, nella serie la pistola dell'ispettore (che sfoggia un martello da demolizione sul calcio, chiaro riferimento al nome del protagonista) non riveste un ruolo importante, no, è fondamentale!  Hammer ci parla, ci dorme, ci fa persino la doccia insieme, insomma non se ne separa mai, la ama appassionamente come ogni vero duro deve fare. Mitica.
Altrettanto mitica è la frase preferita e ricorrente di Hammer, "Fidati di me, io so quello che faccio!!!" e ovviamente giù disatri.
Insomma per farla breve, se amate le parodie e i telefim anni ottanta, non potete assolutamente farvi mancare Sledge Hammer, guardatelo, ve lo consiglio vivamente.
FIDATEVI DI ME,  IO SO QUELLO CHE FACCIO!!!!!!

sabato 14 maggio 2011

Il convento della Vandea

Come promesso aggiungo un pezzetto al racconto e visto che questo è un work in progress, cambio anche il titolo.
 Ecco l'inzio di un mio racconto, da ora in poi editerò questo pezzo aggiungendo di volta in volta qualche parte di racconto.
Buona lettura di questa mia specie di personalissima versione di un  feuilleton.

Il buco nero della canna del moschetto guardava dritta verso di lui, ancora un attimo, il tempo di un battito di ciglia e un proiettile da un'oncia gli avrebbe attraversato il corpo.
L'unico pensiero che in quei pochi istanti, passava per la mente a Jean Paul Labouret tenente degli ussari dell'esercito repubblicano francese era che la sua uniforme nuova si sarebbe macchiata in modo irreparabile.
<<Un pensiero dannatamente stupido prima di morire.>>
Si disse mentre il cane del moschetto cominciava la sua mortale corsa.
Click.
Il moschetto aveva fatto cilecca, l'incredibile fortuna degli ussari, fece in tempo a pensare il giovane tenente, subito prima che un colpo devastante gli arrivasse dritto per dritto sulla nuca.
Buio.
Buio e silenzio.
Buio e silenzio, anzi no, un rumore c'era, era un'insistente, fastidioso pling-pling che si succedeva con ritmo monotono e ripetitivo, una goccia d'acqua che da qualche parte in alto gocciolava sul pavimento.
Quel rumore, per quanto tenue fosse, risvegliò Jean Paul dallo svenimento in cui era caduto quando uno dei ribelli dell'esercito cattolico e reale, come si facevano chiamare i ribelli della regione francese della Vandea, lo aveva colpito alla nuca con il calcio del suo fucile dopo che l'arma del suo compagno aveva fatto cilecca.
Questi ribelli avevano accerchiato e fatto a pezzi l'unità di ussari di cui faceva parte il tenente  con un agguato da manuale, sorprendendoli mentre i cavalleggeri stavano compiendo un giro di perlustrazione in mezzo alla foresta.
I suoi due compagni e il capitano Le fevre erano crepati durante la prima scarica, partita da in mezzo al sottobosco, il giovane ussaro era stato fortunato, la pallottola destinata a lui l'aveva invece ricevuta il suo cavallo, Grimaud.
<<Povera bestia.>>
Mormorò Jean-Paul cercando di mettersi in piedi, una mano alla nuca dolorante, l'altra a tastare il pavimento; freddo, e decisamente viscido.
Il cervello sembrava sul punto di esplodergli in mille pezzi, sulla nuca un grosso bernoccolo gli lanciava delle dolorose fitte di protesta ogni volta che osava sfiorarlo.
<<Dove diavolo sono finito?>>
Il tenente si sorprese a sussurrare, quasi che la sua voce potesse risvegliare qualcosa di spaventoso.
Il rumore stridente di metallo su metallo fece eco alle sue paure, poi una piccola lama di luce si fece largo nel buio, una porta veniva aperta di fronte a lui.
<<A quanto pare il nostro ospite si è svegliato.>>
La voce gracchiante apparentemente veniva da una tozza figura che, stagliatasi in controluce, risultava nera nel bianco accecante della porta.
<<Pare che cosi sia Armand.>>
Un'altra voce, squillante al limite del fastidioso si aggiunse alla prima.
<<Pare proprio che sia cosi.>>
Ripeté il possessore di voce che, forse più timido del compagno rimaneva celato e quindi faceva al prigioniero uno stranissimo effetto, quasi che fosse la voce di un qualche dio bambino che si divertisse a rimanere tra le quinte.
<<Forse che dovremmo fare due chiacchiere con il signore?>>
Disse il tozzo facendo qualche passo avanti.
<<Penso che sia un'ottima idea Armand.>>
Rispose la voce dello squillante.
<<Un'ottima idea davvero.>>
jean-Paul si chiese se il tizio dalla vocetta dovesse sempre ribadire la prima frase con la seconda, “Un'abitudine dannatamente fastidiosa” si disse l'ussaro mentre osservava il tozzo farsi avanti, passetto dopo passetto, fino a trovarsi in piedi di fronte a lui.
<<Una chiacchierata.>>
Il sorriso che l'ussaro vide disegnarsi sul viso butterato del tozzo non gli fece un effetto molto rassicurante.
<<Una bella chiacchierata è proprio quello che ci vuole per fare conoscenza.>>
Disse l'uomo subito prima di far volare il pugno destro dritto sui denti del prigioniero.
<<Una bella chiacchierata, si, è proprio quello che vuole.>>
Arrivò l'inevitabile replica di squillante.


Gli alberi fiocamente illuminati dalla luna si dispiegavano come un reticolo di forme minacciose nella notte mentre la figura camminava a passo lento in mezzo a loro, un mantello nero ne nascondeva  quasi completamente il busto, mentre un tricorno ne celava il viso.
La figura veniva da lontano ed ora che ogni lento passo in avanti lo avvicinava sempre di più alla sua meta, l'impazienza nel suo cuore cresceva.
Un passo, un altro e un altro ancora, inesorabile la figura continuava, il battito del suo cuore  interiore testimone della sua brama.
<<Presto!>>
Mormorò una voce roca alla notte.


Il tozzo aveva decisamente la mano pesante, un destro seguito da un sinistro allo stomaco, poi venne il turno dello squillante; un calcio e poi subito un' altro, lo squillante decisamente preferiva usare i piedi, alla bocca dello stomaco e Jean Paul vomitò la sua ultima, ormai remota cena sul pavimento della cella.
<< Sarebbe che è un piacere discutere con questi repubblicani vero Antuan?>>
Chiese il tozzo all'amico.
<<Certo che si, Armand, è proprio un vero piacere scambiare quattro chiacchiere con un repubblicano.>>
E giù un altro calcio nelle costole del povero tenente, che si era raggomitolato su se stesso nel vano tentativo di proteggersi il viso.
<<Quattro chiacchiere tra amici.>>
Ribadì il concetto per l'ennesima volta lo squillante afferrando l'ufficiale per il colletto della camicia e tirandolo su come se fosse un gattino preso per la collottola.
<<E' vero che è una piacevole discussione signor ussaro?>>
Chiese l'uomo preparandosi a sferrare un calcio in mezzo alle gambe all'ormai semi svenuto ufficiale.
<<Basta così Armand.>>
La voce, roca e sensuale di una ragazza penetrò a forza nella orecchie dell'ussaro costringendolo suo malgrado a fare l'inusitato sforzo di aprire gli occhi semi chiusi dai lividi che già andavano formandosi.
<<Mi sembra che il nostro ospite ormai non sia più in grado di gustarsi i piaceri di una sana discussione.>>
A quella parole, lo squillante che si era bloccato con la gamba destra alzata a mezz'aria lasciò il tenente che in balia della forza di gravità sbatte a culo a terra con tutti i suoi dolori.
<<Se lo dice lei contessina, per noi è un'ordine.>>
Disse il tozzo levandosi persino il cappello in direzione della ragazza.


La sciabola fendette il cranio del ribelle fino al mento.
Un urlo di esultanza, uno strattone alle redini e il baio del capitano Raussou si slanciò verso un altro bersaglio.
L'agguato procedeva bene, lo squadrone di ussari del terzo reggimento aveva trovato la colonna di Vandeani ribelli in marcia esattamente dove il traditore gli aveva indicato, dopo il “trattamento” ricevuto dai suoi ragazzi.
Al capitano non piaceva dover ricorrere a simili mezzi, ma la guerra era guerra e i ribelli non si tiravano certo indietro quanto ad atrocità. Il pensiero gli corse subito alla sua pattuglia massacrata solamente il giorno prima dalle truppe degli insorti.
<<Bastardi.>>
Mormorò tra se e se il militare, puntando un uomo in fuga e alzando la sciabola per colpire.
Gliela avrebbe fatta pagare a quei maledetti.
<<Morte!!!>>
Urlò Raussou calando la sua lama sul cranio del fuggitivo in un tripudio di sangue e cervella.

Il vino era buono, ma diavolo come bruciava. Jean Paul mandò giù un'altra piccola sorsata e reprimendo la smorfia di dolore che il labbro spaccato in più punti gli procurava a contatto con il vino liquoroso, si guardò intorno, Squillante e il tozzo erano ancora lì, immobili come statue esattamente dove si trovavano da che il tenente aveva ripreso conoscienza, i due che erano appoggiati spalle al muro poco fuori dalla cella, se ne stavano lì a parlottare tra  loro a bassa voce, ogni tot tempo, con cadenza regolare uno dei due buttava un'occhiata dentro la cella a controllare che tutto andasse per il verso giusto. Guardiani attenti e scrupolosi.
Questo non stupiva affatto Jean Paul, lui era un prigioniero in fin dei conti, un prigioniero talmente malridotto da non riuscere neanche a stare in piedi, ma sempre un prigioniero, era normale che che i due cerberi lo tenessero d'occhio. Quello che non era invece normale era il sorriso con cui la ragazza in piedi di fronte a lui lo guardava.
Non era neanche normale che quella bellezza in pantaloni e camicia lo avesse salvato dal pestaggio e dopo gli avesse pure offerto un bicchiere di vino per farlo bere.
La ragazza accentuò il sorriso e come sse avesse letto nei pensieri dell'ussaro se ne venne fuori con una domanda che fece trasalire dalla sorpresa l'ufficiale francese.
<<Davvero non ti ricordi di me?>>

Tavola a matita.

                                                                
                                                                  memento mori matita.

Una tavola a matita in vana attesa di essere inchiostrata.

venerdì 13 maggio 2011

La tana delle tigri non perdona. Riflessione semi satirica sulla politica italiana.




Piccola domanda preliminare; chi di voi riesce a scovare tra i ricordi (d'infanzia e non) “l'uomo tigre”? Per coloro che non l'avessero catalogato nei loro archivi mnemonici, il suddetto cartone è dei giapponesi Ikki kajiwara (sceneggiatore) e Naoki Tsuji (character designer), Passiamo ora a un brevissimo riassunto; come protagonista troviamo Naoto Date, giovane orfano, che spinto dalla povertà e da un grande voglia di rivalsa, decide di intraprendere la strada del lottatore professionista, fin qui tutto bene, peccato solo che per realizzare questo suo sogno decida di aderire alla famigerata “tana delle tigri” misteriosa quanto crudele organizzazione criminale che recluta e addestra giovani orfani da tutto il mondo con metodi crudeli e decisamente draconiani, (a un certo punto gli aspiranti lottatori devono vedersela persino con un leone!!!).
Ora, il nostro Naoto è un vero duro e riesce a superare brillantemente la fase dell'addestramento, diventando così l'uomo tigre e con tanto di mantello e maschera (da tigre ovviamente) il nostro eroe si batte sul ring con i metodi crudeli imparati a cotanta scuola per racimolare i soldi con cui aiutare l'orfanotrofio in cui era cresciuto, ovviamente in difficoltà finanziare, metodi crudeli per un nobile fine.
E qui cominciano a nascere i problemi, si, perché la politica della misteriosa tana è chiara, per ogni incontro disputato la tana delle tigri deve ricevere la metà del compenso del lottatore, ma il nostro Naoto che nobile d'animo vuole consegare tutti i soldi al poveri orfanelli si ribella rifiutandosi di consegnare i soldi ai suoi oramai ex capi, l'uomo tigre lascia quindi i metodi di lotta scorretti e disonesti (e decisamente sanguinolenti) per diventare un wrestler onesto.
Ovviamente la suddetta organizzazione non la prende benissimo e gli manda il suo principale emissario; Mr x, un tizio parecchio inquietante dalla pelle viola (Perché viola poi? Me lo sempre chiesto.) che sembra uscito dritto dritto dal milleottocento visto e considerato che sfoggia con nonchalance: Mantello, cilindro, bastone da passeggio e perfino un monocolo.
Mr x   dopo avergli fatto un bel discorsetto con minacce annesse a Naoto, gli dice questa frase assolutamente esaustiva: “La tana delle tigri non perdona” e già! Non si esce impunemente dalla tana, per i temerari che l'osassero è previsto l'invio di una particolarissima categoria di lottatori, gli “emissari di morte”, compito di costoro è ovviamente di punire pubblicamente sul ring i ribelli rendendoli inadatti a combattere (gambe spezzate, braccia fracassate, teste rotte, ecc. ecc.) successivamente alla pubblica umiliazione i ribelli verranno fatti sparire di solito “suicidandoli”, la lezione deve essere chiara anche alle menti più ottuse, non si esce dall'organizzazione: “tana delle tigri non perdona, ricordatelo!”
Ora, la trama del cartone diventa abbastanza prevedibile, il nobile Naoto prima tentenna spaventato delle minacce ma poi decide finalmente di ribellarsi, seguono svariati incontri (alcuni al limite dello splatter) tra l'eroe e i lottatori della tana, che il nostro redento wrestler batte uno ad uno fino ad arrivare ai vertici dell'organizzazione che sconfigge nelle ultime puntate piene di pathos.
Fine, passiamo all'attualità, tutto questo non vi ricorda niente? Facendo ovviamente e doverosamente le debite proporzioni e sostituendo la punizione fisica con quella mediatica non vi dice ricorda qualcosa di inerente alla nostra attuale situazione politica?
Attenzione, leggendo questo articolo si potrebbe dedurre che io vada riferendomi alla stampa di destra, errore, non che questi attacchi non sussistano, ma in effetti un quotidiano di qualsiasi tipo e indirizzo sia ha tutto il diritto di attaccare chi meglio creda, certo ci sarebbe il problemino del conflitto di interessi (qualcuno se ne ricorda ancora?) ma questo è un'altra storia, torniamo sul pezzo, dunque, se non mi riferisco a suddetti giornali a chi mi riferisco?
Semplice, ai partiti della maggioranza ovviamente, chi di voi ha voglia di fare un inventario di tutti gli insulti che si è beccato Gianfranco Fini dalla sua uscita dal Pdl in poi? E di esempi ce ne sarebbero parecchi altri ma detesto dilungarmi eccessivamente su faccende di per se abbastanza note. Certo ora qui potrebbe scattare il ragionamento: Ma se i giornali di destra sono legittimati ad attaccare chi gli pare, perché non dovrebbero esserlo anche i singoli parlamentari? Certo e in effetti lo sono, ma occhio, qui non si sta parlando di diritti e nemmeno di doveri, si sta parlando di un fenomeno, culturale? Politico? Mediatico? Non saprei quale aggettivo scegliere, fate voi, ma una cosa è sicura, che di un fenomeno si tratti. Come è pure è fenomenale la velocità di caduta (di stile) a cui si va assistendo nell'ultimo periodo, non che lo stile sia mai stato una dote particolarmente apprezzata nel dibattito politico italiano, ma ora dopo aver toccato il fondo si è principiato con suprema foga a scavare.

martedì 10 maggio 2011

dark phoenix

Ecco un pin up di dark phoenix realizzata in un momento di pausa tra una cose e un'altra, tra le altre cose che vorrei fare ma che non trovo mai il tempo e/o la voglia di portare a termine c'è quella di colorarla e magargli aggiungerci un qualche sfondo carino.

sabato 7 maggio 2011

Altre due tavole.

Ecco altre due tavole, decisamente vecchiotte tra l'altro, del mio progettino "Memento mori", che forse a cuasa del titolo non certo molto ben augurante non riesco mai per un motivo o per l'altro a portare a  termine, ogni volta che mi ci metto infatti vengo inesorabilmente attratto a fare qualcos'altro.
Vabbè comunque ecco a voi le tavole sopramenzionate.

venerdì 6 maggio 2011

Ancora illustrazioni

Ed ecco qualche altra illustrzione, anche queste pubblicate nel libro di poesie di Daniele Babbini "l'assetato stupore" di "edizioni clandestine".


I titoli sono dall'alto: Nuda, La luna non lo sa, e infine la copertina del libro.

giovedì 5 maggio 2011

mercoledì 4 maggio 2011

Qualche illustrazione in ordine sparso.



Come da titolo, qualche mia illustrazione. Queste tre sono rispettivamente dall'alto verso il basso: Vita apparente, Poker e Musica, e sono pubblicate nel libro "L'assetato stupore" di Daniele Babbini.

martedì 3 maggio 2011

Mompracem e Lampedusa.



Da pochi giorni è passato (nella quasi totale indifferenza) l'anniversario della morte dello scrittore Emilio Salgari, lo conosciamo tutti, è il padre di Sandokan, del corsaro nero e di altri personaggi ancora, famosi e meno famosi.
Bene, in questi giorni, complice il suddetto anniversario mi è saltato alla mente un strana, strisciante e alquanto curiosa similitudine, ricordate l'isola di Sandokan? Esatto, la mitica Mompracem, piccolo isolotto nel mar malese, dove Sandokan con il suo fido amico Yanez de Gomera alla testa dei feroci tigrotti, resistevano contro la schiacciante potenza inglese in quelle acque.
Bene ora torniamo alla similitudine, piccolo quiz: Recentemente avete forse visto in tivù un'isola, piccola, anzi piccolissima, quasi uno scoglio a ben guardare, piena zeppa di gente?
Si esatto quell'isola è Lampedusa, Mompracem e la nostra nostra Lampedusa. Cominciamo ad analizzare le similitudini.
Prima similitudine: Le dimensioni sono consimili, due minuscoli lembi di terra in mezzo al mare.
Seconda similitudine: Entrambe sono a ridosso di una penisola assai più grande, la Malesia per Mompracem e ovviamente l'Italia per Lampedusa.
Terza similitudine: Entrambe vedono le proprie coste zeppe di piccole imbarcazioni, alcune ormeggiate altre direttamente tirate in secca sulle spiagge, a Mompracem erano i prahos dei tigrotti, a Lampedusa sono i barconi dei tunisini.
Quarta similitudine: Un gran fermento che aleggia nell'aria, nell'isola creata da Salgari era l'ansia della battaglia sempre imminente, sempre dietro l'angolo, e nell'italica isola? A Lampedusa dove di pirati non ce ne sono, il fermento è dato da motivi abbastanza ovvi, innanzitutto il caos che diverse migliaia di migranti piombati nella tranquilla isola non possono non creare negli abitanti, poi c'è l'ansia che proprio quei migranti portano con se, il disagio per il viaggio, la situazione a dir poco incerta in cui si trovano, la paura di essere rimpatriati, eccetera.
Ora, per evitare il tedio che arriverebbe inevitabile con altre similitudini, passiamo ad una considerazione, che fine ha fatto Lampedusa?
Avrete forse notato che da qualche tempo dell'isola siciliana non se parla più, a parte qualche breve news su tg vari, solo dalla rete arrivano informazioni.
Che fine ha fatto Lampedusa? Quanti immigrati sono presenti in questo momento sull'isola? In che condizioni sono? Stanno venendo trasferiti? I migranti che vengono trasferiti, dove diamine vanno? Ecc. ecc.
Domande retoriche in fin dei conti, come ho già detto non è difficile almeno sulla rete dare risposta a questi quesiti, basta andare su un sito di un quotidiano o su uno di news e ci si può informare a piacimento.
Il problema è un altro, tutti coloro che (si spera siano sempre meno) non hanno altra forma di informazione se non quella via tubo catodico, quante possibilità hanno di venire informati sulla situazione di Lampedusa?
Poche possibilità a dir il vero, in questi giorni abbiamo assistito a fior fiore di servizi sulla beatificazione di Giovanni Paolo secondo, sulle presunte diatribe Bossi/Berlusconi sulla guerra alla Libia, la guerra in Libia, l'uccisione di Bin Laden ecc.
Non c'è dubbio che siano tutte notizie importanti, ma se non si può certamente non parlare dell'uccisione del leader di al Qaeda in modo approfondito ed esaustivo, forse si sarebbe potuto a ben vedere ritagliare qualche minuto tra una beatificazione e un discorso del papa (quello vivo ovviamente) per approfondire una situazione, quella di Lampedusa che ha stranamente visto calare una cortina di quasi silenzio su di essa.
Eppure gli sbarchi continuano e con la situazione in Libia che diventa più caotica ogni giorno che passa è facile ipotizzare che le condizioni possano peggiorare velocemente.
La domanda è quindi questa: Non è che Lampedusa sia destinata a sparire dalla memoria collettiva a stregua di quell'isola di Mompracem di cui tutti conoscono il nome ma di cui nessuno più parla?
http://www.cadoinpiedi.it/2011/05/03/lampedusa_e_mompracem_destino_comune.html

domenica 1 maggio 2011

Il covo di Snorri

Inanzi tutto le presentazioni; Mi chiamo Francesco Sturlese, sono uno scrittore/sceneggiatore, sono anche un disegnatore di fumetti, ho trentadue anni e sono di Carrara in Toscana, bene l'essenziale l'ho detto, ora passiamo al blog.
Cos'è IlcovodiSnorri? La risposta è naturlamente un blog, il mio blog per la precisione, talmente ovvio da risultare banale, bene allora passiamo oltre, che tipo di blog? Ecco questa invece è proprio una bella domanda, vediamo se riesco a dare una risposta degna.
Il covo di Snorri, analizziamo il titolo, punto primo “il covo” bé la parola indica un nascondiglio, una tana, insomma un posto in cui rifugiarsi, nascosto, imprendibile, misterioso, la parola evoca l'immagine di briganti, di fuorilegge, di ribelli o meglio ancora, evoca subito alla mia mente i pirati, ecco si, pirati, che siano i pirati ironici, matti e stralunati capeggiati da Johnny Depp nei “pirati dei Caraibi” o quelli ancor più fantastici visti in “Pirati” di Roman Polanski o ancora i vichinghi del “tredicesimo guerriero” con Banderas poco importa, l'importante è che siano pirati.
Ecco il covo secondo la mia modestissima opinione è un posto dove rifugiarsi, stare tranquilli e possibilmente fare un po' di baldoria in compagnia di amici fidati.
Passiamo al secondo pezzo del titolo, “Di Snorri” che vorrà mai dire? Chi diavolo è questo Snorri?
Snorri Sturluson, storico, avventuriere, politico islandese e sopratutto poeta, autore dell'Edda in prosa, lo Skàldkaparmàl, Heimskrungla e altre opere ancora, fu uno dei massimi narratori di tutti i tempi, grazie a lui conosciamo la mitologia norrena e le gesta degli eroi vichinghi.
Lo Snorri nel titolo intende quindi essere un mio umilissimo omaggio al grande scaldo islandese.
Ora, unendo i due concetti, CovodiSnorri è un rifugio nato per postare racconti, pensieri vari e eventuali su tutto quello che mi salta in mente e altro ancora.