mercoledì 29 giugno 2011

relazione d'anatomia.

Salvea tutti, oggi, rimettondo un pò d'ordine nei millemila file presenti nel mio  hard Disk ormai giunto al limite dell'esplosione, ho ritrovato un mio scritto  quasi risalente al periodo giurassico,  quando ancora ragazzetto frequentavo l'accademia di belle arti, lo scrittto in questione è una relazione d'anatomia che trattava di anatomia appunto e di super eroi, o meglio del rapporto tra essi e l'anatomia.
Mi ha divertito molto rileggere una cosa così vecchia, un pò strana e a tratti quasi pretenziosa, cos' ho deciso di postarla qui sul blog.
Potrebbe forse essere utile a qualcuno per farsi un'idea sulla matodologia di lavoro di un'autore di comics, anche se devo precisare che essa non deve  essere assolutamente letta come una lezione di nessun tipo, semplicemente perchè non mi sento in grado di dare lezioni a nessuno, al massimo potrebbe essere un'utile fonte di informazioni per qualcuno ai primissimi inizi come disegnatore, si insomma: tanto per farsi un'idea.
Comunque sia, eccola, buona lettura:

Ps: E scusate lo stile decisamente ampolloso, ma in fondo era una relazione scolastica. ;)

RELAZIONE DI ANATOMIA:



L’importanza della costruzione anatomica della figura umana nel fumetto super eroistico:



PREMESSA.




Al momento di scegliere l’argomento per questo mio testo, ho voluto trattare un branca peculiare del vasto mondo dei comics, ho scelto di parlare della produzione super eroistica, perché credo che tale branca del fumetto sia poco conosciuta e anche un poco snobbata nel nostro paese, anche dal mondo del fumetto italiano.
Io credo, ma badate è un’opinione puramente personale, che tale atteggiamento sia da considerarsi un poco ingiusto, verso una tipologia di fumetto che, nel bene e nel male ha contribuito molto alla diffusione del fenomeno comics nel mondo.
Ecco perciò il motivo della scelta di un argomento tanto peculiare.
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Quando ci si sofferma ad osservare, anche solo superficialmente, un fumetto di stampo super eroistico, la prima cosa che salta agli occhi, sono senza dubbio le forme anatomiche dei protagonisti.
E’ difatti ben difficile non notare le figure in copertina che, in pose iper dinamiche, fanno sfoggio della loro muscolatura perfetta invogliando il lettore ad acquistare l’albo a fumetti.
A prescindere da ogni considerazione di stampo moralistico, è infatti ben difficile misconoscere
l’effetto che questi personaggi riescono a creare nei lettori; un effetto di ammirazione- emulazione, che, soprattutto, nei lettori più giovani, che costituiscono, tra l’altro, la fetta di mercato più consistente per questo genere di comics, costituisce una parte considerevole del successo dei super eroi.
Soffermandosi ad analizzare questo fenomeno mediatico, ci si accorge immediatamente che grande parte del successo editoriale di personaggi come Super man, Batman Wolverine ecc. sia infatti da imputare al modo di realizzare l’anatomia dei personaggi.
Difatti questi personaggi vanno a toccare a mio parere, la parte inconscia presente in ognuno di noi, quella componente fanciullesca che, sopra tutto quando si è ragazzini, ci proietta in un mondo dove noi siamo gli eroi senza paura che sconfiggono il male con un sorriso sulle labbra e la battuta sempre pronta.
Anatomia, è questa la parola magica; immaginiamoci per un attimo Batman che emerge dalle ombre in un oscuro vicolo di Gotham city, davanti a lui, un criminale; potrebbe essere il Joker, come un qualsiasi ladruncolo, il dettaglio saliente è che sia terrorizzato, la pistola che ha in mano trema, mentre la punta verso l’uomo pipistrello. Ora vediamo il cavaliere oscuro farsi avanti, è avvolto nel lungo mantello, poi, con un gesto teatrale il mantello viene scostato e……. scopriamo che Batman ha il fisico dell’impiegato statale medio, pochi ma inconsistenti muscoli e una vistosa pancetta che straborda sulla bat cintura.
Poco credibile, vero? Probabilmente a questo punto della scena il Joker o il ladruncolo che sia, stramazzerebbe al suolo dalle risate, ( il Joker sicuramente. ) e sarebbe la fine della gloriosa carriera del giustiziere di Gotham.
A parte questa piccola licenza umoristico – grottesca, il concetto che voglio esprimere, è, come la fisicità inumana, passatemi questo piccolo paradosso, di questi personaggi a fumetti sia necessaria, quasi fondamentale, per la buona riuscita di quella strana miscela alchemica che mantiene personaggi come Super man e Batman, se pur con molti alti e bassi, sulla cresta dell’onda da sessanta anni a questa parte.
Dicendo questo, sia chiaro, non voglio in alcun modo sminuire il grande, anzi grandissimo apporto della figura dello scrittore, difatti se la componente anatomica è fondamentale in questo genere di comics, altrettanto lo è la parte scritta, di ideazione, in un connubio imprescindibile che da vita a quella che Hugo Pratt definiva letteratura disegnata.
Fatta questa breve ma doverosa precisazione, torniamo in argomento; Fino ad adesso ho cercato ( e spero di esserci riuscito ) di spiegare come la componente anatomica sia fondamentale nei comics che trattano super eroi, ora vorrei passare ad analizzare il fautore di questa anatomia, ovvero l’autore grafico, o disegnatore, come viene chiamato qui in Italia.
Difatti la maggioranza dei fruitori di comics è erroneamente portata a pensare che, tutto sommato, disegnare dei tizi in calzamaglia che svolazzano tra i palazzi non sia poi così difficile, questione di allenamento.
La realtà invece è ben altra, imparare a disegnare l’anatomia in modo professionale, richiede anni di paziente apprendistato.
Innanzi tutto bisogna partire dalle basi, e studiare in modo approfondito l’anatomia classica.
Il primo passo è senza dubbio studiare lo scheletro umano e imparare le sue proporzioni, il secondo passo è studiare e mandare a memoria la forma anatomica di ogni singolo muscolo visibile e impararne i movimenti, difatti nel fumetto, l’anatomia non è mai statica, in quanto anche quando i personaggi sono immobili, si tratta comunque di posizioni rilassate che richiedono un attento studio per non rischiare di cadere in posizioni forzate e rigide, ovvero innaturali, da qui, l’importanza di conoscere le varie forme anatomiche e le variazioni che i movimenti comportano sulle suddette forme anatomiche.
Quando si è cominciato a padroneggiare le proporzioni e le forme anatomiche si dovrebbe passare alla fase successiva, ovvero lo studio della figura in movimento.
Difatti come ci insegna il grande Burne Hoggarth, ( i cui libri sono imprescindibili per chiunque voglia disegnare comics ) Lo studio anatomico nei fumetti, di qualunque tipo, deve essere affrontato sapendo che la figura umana dovrà interagire dinamicamente con lo spazio circostante.
Quindi, quando si passa a questa fase dello studio, non basterà più conoscere le variazioni che i movimenti comportano sulle singole forme anatomiche, ma imparare a muovere la figura nel suo insieme in modo armonico, allenandosi al contempo ai vari, possibili e pressoché infiniti movimenti di camera, si dovranno perciò imparare le riprese sia dal basso che dall’alto, e non finisce qui, visto che sarà necessario imparare a far interagire la figura con l’ambiente circostante.
Questa fase è particolarmente difficile in quanto ci si dovrebbe abituare a disegnare la figura nelle posizioni più imprevedibili che la mente di uno sceneggiatore possa concepire.
Provate ad immaginare di dover realizzare una sequenza narrativa dove Spider man è accovacciato sul tetto di un palazzo, lo sceneggiatore vi ha indicato che il simpatico arrampica muri è ripreso di spalle dall’alto, sullo sfondo si vede una strada di New York, con tanto di macchine che sfrecciano.
Difficile? Questo è niente, il fruitore medio di comics non ha la più pallida idea di quanto possa essere diabolico uno sceneggiatore, (e so di cosa sto parlando essendo anche uno sceneggiatore) propinando al povero disegnatore di turno riprese ultra complesse.
Il passo seguente è lo studio delle espressioni umane, questo studio è fondamentale per la recitazione dei personaggi, difatti l’espressione dona anima e carattere ai personaggi ed è fondamentale per comunicare i vari stati d’animo.
Terminata questa difficilissima fase, si passa subito a quella immediatamente successiva, non sarà più infatti sufficiente la conoscenza dell’anatomia classica, arrivato a questo punto, l’aspirante fumettaro dovrà imparare a trascendere la normale anatomia umana per passare ad una super umana.
In fondo stiamo parlando di super eroi, credo quindi che sia facile comprendere la differenza che passa tra una normale anatomia umana, per quanto sviluppata essa possa essere, e quelle degli eroi dei comics.
Difatti, l’anatomia super eroistica per essere tale, deve andare oltre il normale, per raggiungere l’ideale, difatti la figura del super eroe ha una così grande presa sul pubblico proprio per la sua esteriorità esagerata, il super eroe è in conclusione quello che il lettore vorrebbe essere ma non può.
Tradotto nella pratica, il disegnatore deve imparare a rendere le forme anatomiche esasperate al massimo, tenendo presente che il tipo di cartuning, termine questo, usato per indicare appunto l’anatomia esasperata dei comics, può variare molto a seconda dei personaggi che si illustrano.
Questo perché i super eroi devono trasmettere con la loro esteriorità anche carattere e tratti salienti del personaggio.
Spider man, per esempio, ha un tipo di anatomia molto esasperata ma che al contempo deve essere longilinea, deve insomma trasmettere un senso di agilità e di velocità, al contrario l’anatomia di un personaggio come Hulk deve trasmettere sin dal primo colpo d’occhio un’idea di possanza fisica immensa.
Imparare dai grandi maestri è sempre cosa buona e giusta, ma in questa fase diventa a mio parere addirittura fondamentale.
Non bisogna aver paura di “copiare” i grandi maestri, perché solo copiando, si possono arrivare a comprendere i segreti di questa arte e giungere alla fine ad un proprio peculiare stile di disegno.
Bisogna perciò superare quell’arroganza comune purtroppo a molti, che spinge tanti principianti a considerarsi degli autori completi appena riescono a realizzare una anatomia umana appena decente.
Il mestiere di autore grafico di comics richiede, una forte dose di fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità ma anche ed in egual misura, una grandissima dose di umiltà.
E’ almeno a mio parere perciò, sbagliato credere di poter raggiungere un proprio personale stile di disegno in poco tempo, tralasciando la parte di apprendimento necessaria che comporta il “guardarsi” gli altri autori.
Apprende dai maestri i “trucchi del mestiere” è inoltre utile per raggiungere il necessario livello di professionalità che comporta questo, come altri mestieri.
Chi infatti crede che fare il fumettaro sia un lavoro che richieda poco impegno sarà ben presto smentito dalla dura realtà; riuscire a diventare dei professionisti, comporta molte ore di duro lavoro ogni giorno, e la necessita di impadronirsi di diverse discipline come la prospettiva , la regia, la composizione e cosa importantissima la comprensione della sequenzialità.
Ma ora sto forse andando un poco fuori tema, per tornare al nocciolo della questione, passerò ora a esporre le varie scuole di pensiero della costruzione anatomica nei comics super eroistici.



Innanzi tutto è doverosa una piccola premessa; La produzione di comics che trattano di super eroi , è diffusa quasi esclusivamente negli Stati Uniti d’America, anche se, tale produzione è esportata, con alterne fortune, in quasi tutto il mondo.
Quindi la disamina delle varie scuole o stili, di disegno tratterà solo ed esclusivamente la produzione americana, ovviamente nel mondo sono presenti molte altre scuole, ugualmente importanti per la comprensione del fenomeno fumetto nella sua globalità.
Tuttavia, visto la specificità dell’argomento in discussione, tali scuole non verranno qui trattate.
Rimando il lettore che fosse interessato a tale argomento a testi ben più competenti di quello che tenete tra le mani.
Tengo inoltre a precisare che la disamina che seguirà, sarà incentrata solo ed esclusivamente sul fumetto super eroistico, quindi, anche all’interno della produzione americana si tratterà solo ed unicamente di una branca specifica di tale enorme ed affascinante scuola.




  1. La scuola iper realistica:


Questa tipologia di disegno nasce con il maestro Burne Hogart, è difatti dagli insegnamenti di quest’artista che si sviluppano una serie di disegnatori che fanno dell’esasperazione anatomica il loro cavallo di battaglia.
In questo stile, la muscolatura assume dimensioni e forme anatomiche esasperate anche rispetto alla produzione media super eroistica, i super eroi diventano ancora più super del “normale,” la muscolatura è qui portata all’eccesso.
Tipici di questa corrente sono anche i virtuosismi che sfuggono alle esigenze narrative, per assumere connotati quasi illustrativi e diciamolo pure, anche un poco auto celebrativi.
Anche i movimenti e le inquadrature sono tese a mettere in risalto le doti virtuosistiche del disegnatore, facendo assumere ai personaggi delle e vere proprie “pose.”
Massimo esponente di questa scuola è senza alcun dubbio Claudio Castellini, che ha raggiunto il massimo livello nell’esasperazione, sia a livello di forme anatomiche sia di inquadrature e movimenti, fino ad essere considerato a sua volta la scelta migliore per l’apprendimento delle forme anatomiche e delle inquadrature esasperate.



  1. La scuola dinamica:



Il capostipite di questa corrente è Jim Lee, autore di origini coreane, questo artista ha saputo importare con grande successo elementi tipici dei comics giapponesi e coreani negli stati uniti, fondendoli con il peculiare modello anatomico americano, riscuotendo agli inizi degli anni ottanta un successo enorme, e dando inizio ad una scuola di disegno che continua a furoreggiare anche ai giorni nostri.
L’elemento peculiare che questo intraprendente cartonist ha importato in America è la dinamicità esasperata in cui i giapponesi sono maestri.
I personaggi di questa corrente “bucano” il foglio, con pose tese a dare l’idea di un movimento portato all’eccesso. Tipico di questa scuola è anche l’uso delle linee cinetiche, atte ad sottolineare ancora di più il senso di movimento.



  1. La scuola classica:



La scuola classica non ha un capostipite vero e proprio in quanto è andata maturando nel corso degli anni, avvalendosi dell’apporto di svariate generazioni di disegnatori.
Fin dagli albori dei super eroi si è andata infatti formando una tipologia di disegno che lentamente ha preso connotati quasi iconici.
Questa corrente non ha tratti peculiari degni di nota, in quanto rappresenta il sub strato “classico” su cui si sono poi appoggiate le altre scuole.
I tratti fondamentali vanno perciò andati a cercare fuori dal mondo super eroistico, a quella generazione di pionieri antecedenti a Super Man, primo super eroe propriamente detto, a quella generazione, dicevamo, che veniva dal disegno o dall’illustrazione classici, un nome su tutti;
Alex Raymanond, il padre di quel Flash Gordon , personaggio questo, che conteneva molti di quegli elementi che avrebbero poi caratterizzato i super eroi.
Da ricordare tra i maestri “classici” Bob Kane, il padre di Batman e il grandissimo John Buscema, i cui disegni hanno ispirato ben più di qualche generazione di autori.







Terminata questa escursione nelle principali scuole di disegno vorrei passare a spiegare brevemente le varie fasi con cui viene realizzato un super eroe.



  1. IMPOSTAZIONE:



Tenendo presente che i super eroi che si andranno a disegnare rientrano in quel meccanismo sequenziale che sono i comics, e che quindi i suddetti personaggi saranno inseriti in un contesto specifico in cui dovranno interagire con l’ambiente circostante in modo dinamico, si incomincia ad abbozzare lo spazio o ingombro, che la figura andrà ad occupare all’interno della vignetta o della pagina, tenendo presente anche il tipo di movimento che il super eroe dovrà compiere, dopo di che si abbozzano gli ingombri degli altri elementi presenti.
E’ essenziale in questo primo stadio, accertarsi che i pesi siano distribuiti bene all’interno della vignetta o della pagina, tenendo presente le indicazioni dello sceneggiatore, e il tipo di effetto o impressione che vogliamo suscitare nel lettore.
Non dimentichiamo che in questa prima fase il disegnatore dovrà tenere conto anche degli spazi occupati dal lettering e dalle possibili onomatopee.




  1. DISEGNO:


Si passa ora a impostare nel dettaglio, in primis il movimento del super eroe, prestando attenzione che il suddetto movimento, qualunque esso sia, risulti fluido e coerente con le esigenze narrative.
Terminata l’impostazione del movimento del personaggio si passa a definire l’ambiente circostante ed eventuali altre figure dinamiche.



  1. DEFINIZIONE:


In questa fase si comincia a lavorare la figura del nostro personaggio nel dettaglio; le forme anatomiche vengono definite con cura, il viso viene dotato di espressione, e i vari elementi circostanti vengono anch’essi definiti.
E’ fondamentale tenere a mente come si vorrà poi inchiostrare la figura e l’ambiente, in modo da aver già chiaro in testa con una buona approssimazione i pesi che l’inchiostrazione andrà a occupare ed abbozzarli di conseguenza, importante ricordarsi che in un fumetto una data vignetta deve essere sempre sequenziale alla vignetta precedente e a quella successiva, andranno quindi tenuti presenti gli equilibri di bianco e nero dell’intera tavola, se si sta disegnando una singola vignetta, o delle pagine precedenti e successive in caso si stia realizzando una splash page, ovvero quando si realizza un’intera tavola come se fosse un’enorme singola vignetta.




  1. PARTICOLARI:


Si passerà ora alla definizione dei vari particolari presenti nel disegno, questi particolari vanno dai dettagli più minuti sia del personaggio, come le pieghe del mantello o i particolari della cintura o della maschera, a l’espressione del super eroe e delle varie eventuali altre figure, i capelli e l’ambiente circostante.





  1. IMPOSTAZIONE DELL’INCHIOSTRAZIONE:


Arrivati a questo punto si comincerà a impostare, sempre a matita, le masse di nero che
verranno occupate dall’inchiostrazione.
Qui è fondamentale tenere a mente che l’inchiostrazione gioca un ruolo fondamentale, per tutti i tipi di comics, ma nel genere super eroistico può essere ancora più determinante.
Infatti con l’inchiostrazione si dovrà implementare la muscolatura del personaggio, si dovrà cioè realizzare un tipo di inchiostrazione che metta in risalto la muscolatura, ricordandosi anche di un altro elemento peculiare dei super eroi; il costume, l’inchiostrazione deve infatti giocare con i vari tipi di costume, mettendone in evidenza le particolarità.
Da tenere in considerazione che, per talune tipologie di personaggi questo fattore raggiunge dimensioni essenziali, pensiamo ad esempio a Batman; In questo personaggio il costume gioca un ruolo talmente importante da divenire parte integrante della psicologia del personaggio.
L’uomo pipistrello infatti rende il meglio di se, da un punto di vista di fascinazione grafica, quando l’autore riesce a giocare con il buio della notte, ( quasi sempre presente nelle sue storie )
Facendo immergere ed emergere il personaggio nell’oscurità e giocando appunto con i dettagli del costume, come il mantello, la maschera ecc..


  1. RIPASSO:


Siamo giunti alla conclusione di questo piccolo excursus nel modus operandi di questa tipologia particolare di comics.
Rimane ora solo il ripasso, ultima ma non meno importante fase.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il ripasso non è solamente un vuoto esercizio di precisione, ma una fase fondamentale essa stessa, fase questa dove vengono ripassate le line esterne in modo da conferire spessore al disegno a matita, e realizzati i riempimenti.



Con questo ho terminato il mio piccolo viaggio in questa branca dei comics, a volte bizzarra ma sempre affascinante, che sono i super eroi.
Ho cercato di esprimere con questo mio testo, innanzi tutto, il mio personale punto di vista su un fenomeno che ha trasceso ormai da tempo i confini del mondo cartaceo dei comics per innalzarsi a vero e proprio fenomeno mediatico, pensiamo solamente a film, alcuni veri e propri capolavori di “genere”( i due Batman di Tim Barton, sopra gli altri ) o ai video giochi, i cartoni animati ecc.
In secondo luogo, ho cercato di comunicare le mie conoscenze sulle varie metodologie con cui si realizzano questi fumetti, lungi da me l’intento di insegnare qualcosa a chi che sia, per questo vi sono testi ben più qualificati del mio, ho solamente e puramente cercato di gettare un pò di luce su un dietro le quinte che rimane spesso e volentieri sconosciuto ai più.
Ho, insomma cercato di far comprendere al lettore quanto, interessante, complesso e difficile sia
Il lavoro di chi illustra questo tipo di comics.

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